Quando la mattina del 24 giugno ci siamo resi conto che la maggioranza dei votanti del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea aveva optato per quella che viene comunemente chiamata Brexit, abbiamo anche chiaramente capito come il sogno di una “confederazione”, che superasse barriere e confini di un passato recente tremendo e devastante, fosse molto fragile, se non addirittura un’utopia. Analizzando il voto è risultato evidente come la differenza di idee, desideri e volontà sia così variabile a seconda delle fasce d’età. L’Europa è sembrata e sembra un sogno che appartiene in gran parte ai giovani. Sono loro che più agognano e desiderano un territorio senza confini, unito e compatto. Ma la realtà nell’insieme si presenta molto diversa e si deve fare grande attenzione.
I giovani e l’Europa sono due concetti che hanno attraversato molti dei lavori di Kilowatt edizione numero 14, questo “tempo di risplendere” così fortemente dichiarato. Verbo difficile, se non proprio impossibile, soprattutto dopo gli eventi che continuano a verificarsi in questi giorni: un disastro ferroviario figlio di errori e arretratezze, un attentato tremendo a Nizza che solo pochi giorni prima sarebbe sembrato la sceneggiatura di un action-movie a cui sono seguiti altri tre atti folli in Germania, e ancora un colpo di stato, non sappiamo quanto vero o costruito ad arte, in una Turchia che, anelante da anni l’ingresso nella UE, si è ora avviata su sentieri pericolosi seguendo orme allarmanti. Problematiche di un’Europa che si rispecchiano in ogni stato membro.
In questa direzione ci sono sembrati procedere i due lavori in prima assoluta “This home is not for sale” e “(Un)trapped – Identity or death”, esiti finali del progetto europeo Playing Identities, guidato dall’Università di Siena con quattro partner di altrettanti paesi europei, nato per indagare le basi della nostra identità comune. [Read moore onon Krapp’s Last Post]
La relazione tra diversità – questa volta estesa in un campo più ampio, ossia quello europeo – e identità comune la ritroviamo ancora nel focus dedicato alle Playing Identities, progetto finanziato dalla Commissione Europea per creare interazione tra patrimonio artistico e spettacolo dal vivo. Vediamo dunque nel dettaglio due dei quattro esiti finali di tale progetto presentati in anteprima proprio al Kilowatt: This home is not for sale e (Un)trapped – Identity or death?. Il primo nasce dalla collaborazione tra il regista britannico Harry Wilson e quattro giovani attori rumeni. Il fine dello spettacolo è di indagare le vicende legate a Roşia Montană, uno dei più antichi siti minerari europei, al centro di una lunghissima e pericolosa estrazione dell’oro per mezzo del cianuro, bloccata dagli ecologisti nel 2015. Il clima iniziale è leggero e divertente: una presentatrice è alle prese con un quiz televisivo al quale partecipano tre concorrenti. Ben presto, però, la comicità si trasforma in satira nei confronti del vecchio regime e delle sue contraddizioni, che fanno riemergere ferite mai sparite e speranze andate perdute. Di qui l’evoluzione finale in cui i quattro attori, dimessi gli abiti televisivi, fanno rivivere le proteste e le rivolte sindacali di un passato troppo recente per essere completamente archiviato. [Read moore on PaperStreet]
Il secondo lavoro di Playing Identities visto a Kilowatt è (Un)trapped – Identity or Death?, creazione di Sadurní Vergés, regista e drammaturgo catalano scelto da un gruppo di studenti dell’Accademia di Musica e Teatro di Vilnius per parlare della Lituania di oggi.
Al primo piano del Museo Civico, nella sala delle sinopie, i disegni preparatori usati per la pittura a fresco provenienti da alcune chiese di Sansepolcro, tre attori e un’attrice alternano al racconto da cartolina del loro Paese, proiettato in video sul fondo, la sofferta ‘preparazione’ sentimentale di un ragazzo omosessuale. Nei momenti promozionali le luci sono dei caldi colori della bandiera nazionale, nel teatro della realtà sono fredde e anonime. [Read moore in PAC]
Un festival dialogante, accogliente, dove saranno presentati diversi spettacoli frutto di collaborazioni progettuali, come la collaborazione con In-Box, la più importante rete nazionale per la distribuzione della scena teatrale emergente, l’incontro pubblico di CReSCo – Coordinamento della Scena Contemporanea, di cui CapoTrave/Kilowatt è socio fondatore, gli spettacoli del Network Anticorpi XL, prima rete nazionale indipendente per la promozione della danza d’autore, gli spettacoli del progetto Playing Identities, finanziato dall Commissione Europea per creare interazione tra patrimonio artistico e spettacolo dal vivo, che porterà a Sansepolcro quattro giovani registi europei, Harry Wilson (UK), Sadurni Vergés (ES), Povilas Makauskas (LT), Mădălina Iulia Timofte (RO). [Read moore on La Nazione]