Dal 17 luglio, le foto di Daniela Neri in mostra a San Sepolcro durante il Kilowatt Festival.
Nel 2007 laLut – Centro di Ricerca e Produzione Teatrale, insieme all’Università di Siena e grazie ai finanziamenti del Programma Cultura UE 2007-2013, ha iniziato il lungo percorso di Playing Identities, un progetto nato con l’idea di considerare la scena teatrale come strumento di indagine sulla costruzione dell’identità nella società contemporanea. Infatti, piuttosto che semplice luogo della rappresentazione, la scena è il luogo dove l’attore è costretto a negoziare la sua identità, attraverso le azioni che lo legano agli altri attori e di fronte al pubblico.
In un mondo dove le vite degli individui si intrecciano, si scambiano e si trasformano, la creolizzazione rappresenta il modello più adeguato a descrivere l’incontro, il confronto e lo scontro fra le diverse forme della cultura. Invece del multiculturalismo, che tende a neutralizzare le differenze, la creolizzazione parla di uomini in grado di creare e dissolvere confini, capaci di partire dalla diversità per inventare un linguaggio comune e gettare le basi per una società inclusiva da “guadagnare sul campo”. Playing Identities si è sviluppato negli anni lungo tre “stagioni”.
L’ultima, intitolata “Performing heritage”, si conclude qui a Kilowatt Festival.
Creolimage è il racconto per immagini di un viaggio compiuto fra il 2010 e il 2011, lungo il quale artisti di diversa formazione e provenienza si sono incontrati sul palco per negoziare metodi, linguaggi, temi e forme di espressione. Romania, Francia, Ungheria, Polonia, Italia erano i paesi coinvolti nel primo “Creole Performance Cycle”: un percorso di creazione artistica guidato dalla compagnia di teatro-danza Balletto Civile, vincitrice del bando promosso da laLut nel 2009, per la prima delle tre “stagioni” del progetto.
Balletto Civile ha deciso di indagare l’Europa dei lavoratori, analizzando di ogni Paese un ambito lavorativo per tradurlo in azioni sceniche, in gesti ripetitivi, in movimenti del corpo, in suoni e canti. Forse il processo è sempre più interessante del risultato. Benché l’obiettivo fosse produrre una performance teatrale, ogni residenza artistica è stata l’occasione per entrare nel laboratorio in cui questa si produce, negli spazi dell’incontro artistico ed umano, nell’accordatura delle lingue e dei gesti.
La fotografia di Daniela Neri è stata testimone di questo processo e se da una parte lo documenta, dall’altra vi partecipa direttamente. Con un po’ di attenzione, seguendo le rime, fra le immagini esposte si può cercare la strada, ridisegnare il viaggio, le scadenze del suo itinerario, tappa per tappa, luogo dopo luogo.